29 Dicembre 2014
Agape di Natale del 13 Dicembre 2014
Il nome Varmo è un adattamento in lingua italiana dell’originale “Vil di Var”. Vil sta per villaggio e Var deriva dalla famiglia, i conti di Varmo, che fin dai primi anni dopo il Mille aveva in gestione il feudo. Il Varmo è un fiume di risorgiva ed è noto perché, in letteratura, è presente in una novella, scritta nel 1856, da Ippolito Nievo. Lo scrittore Sergio Maldini che, dopo le sue trasferte professionali come giornalista è ritornato a vivere in Friuli, ha scritto “La casa a nord-est” e “La stazione di Varmo”.
Perché parliamo di Varmo? Per due ragioni. La prima è che il Ducato dei vini friulani ha nominato nobile Sergio Michelin, sindaco di Varmo. La seconda che la cerimonia è avvenuta in casa di Aldo Morassutti, a Gradiscutta di Varmo, in quel sancta sanctorum della cucina che è il Ristorante “Da Toni” dove è stata organizzata l’Agape di Natale.
Prima di tutto presentiamo l’insignito, cioè il sindaco Michelin, sessantenne, che ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa tra carrozzerie e vernici raggiungendo i vertici della professione. Però adesso tutto il suo tempo lo divide tra la famiglia, la moglie e le due figlie entrambe laureate, e l’impegno in Comune, non trascurando le sue passioni che sono lo sport, il canto, il teatro. Negli anni Settanta Michelin ha fondato la compagnia filodrammatica “Sot la Nape” e, di recente, è ritornato nei ranghi del gruppo corale.
Il collare rosso gli è stato attribuito dopo la lettura del panegirico da parte dell’araldo Gianni Bravo e la fatidica frase “cun uè tu sês nobil dal vin furlan” pronunciata dal Duca Piero I.
La serata ha avuto inizio nella chiesa di Gradiscutta con la messa natalizia celebrata da don Paolo Budai, anche lui nobile del Ducato, e l’accompagnamento musicale di un coro gospel. “Non dobbiamo perdere la speranza – ha detto nell’omelia don Budai – anche in questi momenti particolarmente difficili”.
Poi tutti si sono trasferiti per partecipare ad un riuscitissimo incontro conviviale che ha visto la partecipazione di una ottantina di persone tra le quali Franco Jacop, presidente del Consiglio regionale. Dopo il risotto al germano reale, la tacchinella allo spiedo con Rosa di Gorizia. I vini presenti: Spumante Brut Appaluse di Collavini, Ribolla Gialla di Marco Felluga, Pinot Grigio di Sturm, Pinot Nero Casanova di Castello di Spessa e Spumante Brut, metodo classico, dei Vigneti Pittaro, panettone allo zabaione, grappa Nonino.
Tra una pietanza e l’altra del raffinato menu i canti di nove ragazze e Gabriele che fanno parte del gruppo musicale “Ploe di rosis” di Grions di Sedegliano, diretto da Nada Minuzzi. Da “O ai preât la biele stele” a “White Christmas”.
Silvano Bertossi
(per Fuocolento)