Nel tempo la viticoltura regionale ha subito varie trasformazioni dovute sia ai cambiamenti del gusto, e al conseguente orientamento del mercato, sia agli attacchi di filossera e peronospera..
Sono così scomparsi, o rimangono a livello di coltivazioni amatoriali, o di impianti sperimentali, vini autoctoni come Forgiarìn, Scjaglìn, Piculit neri, Ucelùt, Cjanorie, Piccola nera.
Alla fine del secolo XIX sono stati anche compiuti degli esperimenti di ibridazione tra specie europee ed americane, in particolare con le varietà Clintòn oggi del tutto abbandonata (incrocio tra la Vitis labrusca e la Vitis riparia), uva Isabella o Fragolino (Vitis labrusca, incrociata con la Vitis vinifera) e Noah o Noaxdetto anche fragolino bianco o Clintòn bianco (ottenuto incrociando un clone della Vitis labrusca con un clone della Vitis riparia ). I vini ottenuti da questi ibridi sono risultati però dei vini scadenti, non adatti all’invecchiamento e ricchi di metanolo. Inoltre sono stati considerati dalla legge dei “non vini”, perché non ottenuti esclusivamente dalla vitis vinifera, e per questo hanno subito forti penalizzazioni.
Mentre il Clintòn è pressoché sparito, Fragolino e Noah continuano ad essere prodotti, anche se per uso non commerciale.
Infine, fra gli incroci ormai abbandonati va ricordato il Bacò (un incrocio di Vitis vinifera e Vitis riparia proveniente dalla Francia).
I VIGNITI AUTOCTONI A BACCA BIANCACividin Friulano (ex Tocai friulano) Malvasia Istriana Ramandolo (Verduzzo giallo) Ribolla Gialla Picolìt Scjaglìn Ucelùt Verduzzo friulano Vitovska |
I VIGNITI AUTOCTONI A BACCA ROSSACjanòrie Forgiarìn Franconia Piculìt neri Pignolo Refosco nostrano Refosco dal peduncolo rosso Schioppettino Tazzelenghe Terrano |